A Milano piace il taxi del futuro

Pronti a cambiare «ma non ci metteremo le divise, non siamo mica pubblici ufficiali». I tassisti milanesi si preparano a una piccola rivoluzione in vista dell'Expo 2015. Si tratta delle innovazioni introdotte dal protocollo d'intesa “Taxi Milano”, siglato da Comune e associazioni di categoria (Casartigiani, CNA Milano, Confartigianato, Unione Artigiani).
LA RIVOLUZIONE DEI TAXISTI MILANESI
Adesso che l'intesa è nota a gran parte dei conducenti meneghini, i tassisti sembrano avere le stesse opinioni sui numerosi cambiamenti previsti dal protocollo. Ecco, infatti, come l'intesa immagina il servizio taxi nel 2015. Innanzitutto, internazionale: ai tassisti il Comune offre corsi gratuiti d'inglese. Un servizio, poi, ad alta tecnologia, introducendo la wireless in tutte le vetture e guide sulla città, magari anche digitali. Inoltre ci sarà una rete informativa capace di coinvolgere i conducenti nell'aggiornamento delle informazioni sul traffico; poi, tutto il parco taxi milanese diventerà ecologico entro il 2014. Infine, il restyling: giovani designer e stilisti apprezzati realizzeranno progetti per definire una nuova linea di taxi e – l'idea più contestata dai tassisti - “individuare un profilo ideale per l'abbigliamento dell'autista”. «La vecchia storia delle divise – dice Francesco Rossi, vettura 816 del Radio Taxi e tassista da oltre 30 anni – ma le uniformi appartengono al passato e noi non siamo dipendenti pubblici. Per il resto mi sembrano tutte idee valide». Rossi racconta che «negli ultimi vent'anni i tassisti milanesi sono cambiati molto, oggi i giovani sono culturalmente più preparati di noi: hanno fatto corsi specialistici e conoscono almeno una lingua straniera».
D'accordo sul protocollo anche Fabio Di Lorenzo, 48 anni e da 7 tassista. «Ma andrebbero riviste le idee sulle innovazioni tecnologiche. Noi facciamo corse molto brevi e alcune cose, come le mini-tv, potrebbero solo distrarre i conducenti». Anche Di Lorenzo - dal taxi “Perugia 10” - critica l'idea delle uniformi: «Ma scherziamo? Mica siamo dei collegiali. D'altra parte, sarei d'accordo a mettere una maglietta o una polo uguale per tutti, magari con scritto “Expo 2015”».
TOCCA AI TAXI ECOLOGICI
Un'altra critica tocca il rinnovo “green” del parco macchine: «Ok l'elettrico – dice Riccardo, vettura 296 del Radio Taxi - ma perché il Comune non aumenta i distributori a metano? Addirittura chiudono, come quello di piazzale Occorsio. Poi mi parlano dell'ecologico, e io che ho investito su una macchina a gpl non merito un distributore?». Felice invece Lina Taronna, una tassista che ha acquistato una vettura ibrida grazie agli incentivi comunali: «L'unico difetto che ha quest'auto è il bagagliaio. Ma per il resto consumo meno, non inquino, e i turisti ci fanno un sacco di domande. Senza contare il fatto che è silenziosissima». In pole position tra le grandi case che hanno pensato a lanciarsi nel restyling green delle vetture milanesi, c'è la Volkswagen Milano Taxi (foto). La livrea bicolore della vettura ricorda quella che negli 70 anni caratterizzava le auto pubbliche che circolavano proprio nel capoluogo lombardo. Alimentazione elettrica (autonomia di 300 chilometri per una velocità massima di 120 km/h) e un monitor da 8 pollici dove il cliente può facilmente controllare il costo della corsa e connettersi ad internet.
Innovazioni a parte, Antonio De Candia, delegato Ugl, spiega che per i tassisti la qualità ha un prezzo ingiusto: «Per adeguare le nostre tariffe di viaggio agli indici Istat sull'inflazione, ci impongono la condizione di migliorare gli standard del servizio: è una cosa illegittima. Gli adeguamenti devono scattare a prescindere, poi noi faremo gli investimenti sulla qualità. Altrimenti correremmo il rischio di essere discriminati rispetto ad altre categorie di lavoratori».

(FPS Media)