Questa mattina i
ventitre lavoratori del passante ferroviario, adibiti al pronto intervento in caso di necessità dei viaggiatori pendolari, inizieranno un presidio permanente in
piazza Repubblica insieme a FILT CGIL, FIT CISL, UILT UIL.
Secondo la ricostruzione della Cgil, a questi dipendenti è stato comunicato che
a partire dal 16 maggio perderanno il loro posto di lavoro e verranno sostituiti da altri lavoratori con il
contratto dei Portinai, privi quindi della necessaria formazione che i lavoratori licenziati hanno acquisito nel corso del tempo e che gli consente di svolgere il proprio lavoro.
Infatti la
società per la quale lavorano ha perso la gara d’appalto lanciata da RFI (Rete Ferroviaria Italiana). La società subentrante ha garantito all’azienda un risparmio del 57%, fuori misura per il tipo di servizio che questi lavoratori svolgono ma raggiungibile solamente se al posto dei 23 lavoratori formati verranno impiegati generici portinai.
«
Un danno – recita il volantino in distribuzione da questa mattina –
ai lavoratori e ai viaggiatori pendolari». A farne le spese in termini di qualità del servizio saranno infatti i pendolari che quotidianamente utilizzano il passante ferroviario, per questa ragione i sindacati chiedono che venga garantito il posto di lavoro e le retribuzioni dei 23 lavoratori, ma anche il "ripristino delle necessarie garanzie ai viaggiatori pendolari".
«Stiamo valutando le prossime iniziative di mobilitazione – dice
Nino Cortorillo, segretario generale FILT CGIL Lombardia – a partire da oggi questi lavoratori
non garantiranno più le ore straordinarie che davano la possibilità ad RFI di tenere aperte le stazioni. Se a fine turno i lavoratori non avranno il cambio da parte di personale inviato da RFI metteranno in sicurezza le stazioni e
chiuderanno i cancelli. Negli scorsi giorni abbiamo informato a tutti i livelli i dirigenti delle Ferrovie dello Stato, Trenord e Regione di cosa sta avvenendo a Milano. È evidente che la
proprietà pubblica di RFI deve essere una garanzia per gli interessi dei cittadini pendolari e per i lavoratori, fino a quando l’unico criterio di scelta delle imprese sarà il massimo ribasso la qualità della Rete Ferroviaria Italiana peggiorerà progressivamente».
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