Allarme alcool tra le giovanissime, non solo minorenni ma anche under 14. Aperitivi, 'shortini', superalcolici alle feste e persino il pomeriggio: le ragazzine italiane bevono sempre di più, tanto che la fascia di età delle giovanissime, dagli undici ai quindici anni, fa registrare una media tripla rispetto alle loro madri tra i 35 e 45 anni.
La Lombardia risulta uno dei territori più colpiti dal fenomeno che contagia ormai oltre il 16per cento della popolazione (sia maschi che femmine) italiana. Nel complesso i comportamenti a rischio (consumo giornaliero non moderato), binge drinking (sei o più bicchieri di bevande alcoliche in un’unica occasione) e consumo di alcol in questa fascia di età riguardano oltre 8 milioni di persone in tutto il Paese.
A livello territoriale, secondo il rilevamento Istat, il consumo di alcolici è più diffuso nel centro-nord e nel dettaglio in Lombardia i comportamenti a rischio riguardano circa l'8 per cento della popolazione. Negli ultimi dieci anni tra i giovani sono aumentati i consumatori occasionali, quelli che bevono fuori pasto e di chi consuma altri alcolici oltre a vino e birra. L'analisi per classi di età non lascia spazio a dubbi: sono a rischio il 18,5% dei ragazzi e il 15,5% delle ragazze sotto i 16 anni, valori che dovrebbero essere pari a zero e che invece identificano circa 475mila minori che hanno adottato almeno un comportamento a rischio. “Preoccupano in particolare le preadolescenti - spiega Emanuele Scafato, direttore dell'Osservatorio nazionale alcol Cnesps -. Tra le 11-15enni si registra una media di consumatrici nettamente superiore alla media femminile italiana, tripla rispetto a quella delle donne adulte e comunque superiore a quella registrate per tutte le classi di età esaminate”.
La tendenza consolidata nell'ultimo decennio si conferma anche nella fasce di età superiori. Nel 2009 sono stati oltre 395mila i giovani di 16-20 anni (19% maschi e 6,9% femmine) e circa 500mila quelli di 21-25 anni (23,8 % maschi e 8,4 % femmine) su base nazionale che hanno adottato almeno un comportamento a rischio per la loro salute sulla base dei criteri stabiliti dall'Iss (Istituto superiore della sanità). Anche nella relazione annuale del ministero della Salute, ricorda Scafato, si segnalava con preoccupazione “il cambiamento avvenuto nel consumo femminile che, pur restando inferiore a quello maschile, tuttavia nelle generazioni più giovani vede una progressiva riduzione delle tradizionali differenze di genere, fino a un capovolgimento della situazione per le giovanissime al di sotto dei 16 anni”. Nel corso dell'ultimo quinquennio, infatti, una quota pari ad 1 milione e 400mila individui, classificabili tra gli 11 ed i 25 anni, segue modalità rischiose di consumo alcolico.
(
Fpsmedia)
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