Valerio Onida è nato a Milano nel 1936
presidente della Corte Costituzionale nel 2004-2005, professore di Diritto Costituzionale, avvocato: un cursus honorum straordinario in cui trova posto anche il volontariato presso lo sportello giuridico del carcere di Bollate.
Se il nuovo strumento urbanistico di Milano, il Piano del governo del territorio, sarà approvato prima delle elezioni, conta di modificarlo una volta eletto e quali sono i suoi punti che necessitano un intervento?
«Mi auguro che il Pgt non venga approvato durante questa amministrazione. Questo piano di governo del territorio non è tale, perché non programma seriamente e soprattutto rinuncia a governare il territorio anche perché ignora l'essenziale dimensione metropolitana, perché non definisce né regola le grandi funzioni a servizio della città, a cominciare da quella assai critica della casa».
La sicurezza è davvero un problema a Milano? Come conta di occuparsene, soprattutto nelle aree periferiche o ad alta concentrazione di immigrati, tipo via Padova?
«Il problema della sicurezza a Milano non si risolve con ordinanze di coprifuoco, queste non sono altro che iniziative d'immagine. La città per essere più sicura deve essere meglio presidiata, più legale (devono essere combattute corruzione e infiltrazioni mafiose), più efficiente dal punto di vista amministrativo e prima di tutto più giusta socialmente affrontando alle radici i problemi del degrado».
Smog e traffico: come limitare l'afflusso di auto in città? Come incentivare e potenziare l'uso dei mezzi pubblici?
«Il primo obiettivo è ridurre i tempi per spostarsi da casa al lavoro e viceversa, con una drastica riduzione del numero delle auto in sosta e in circolazione, possibile soltanto con una radicale revisione del sistema del trasporto pubblico e della viabilità. Alcune priorità:
1) Il sistema del trasporto pubblico metropolitano e di superficie deve essere programmato, come altri servizi e funzioni essenziali (acqua, rifiuti, grandi scelte urbanistiche) su scala dell’area
metropolitana;
2) Ridurre il traffico privato attraverso una serie coordinata di misure, da pedonalizzazioni a forme di pagamento per sosta e per circolazione (di tutti i veicoli) in aree più estese di quelle dell’attuale Ecopass, regolando gli orari di carico e scarico al servizio delle attività commerciali;
3) Promuovere e favorire la “ciclabilità” di Milano e la sicurezza degli “utenti deboli” della strada: estendere il servizio Bikemi alla periferia (una postazione ad ogni stazione MM); rivedere la viabilità in funzione della bici; tutelare i pedoni, e abbattere ovunque possibile le barriere architettoniche».
Libertà religiosa: siete favorevoli alla moschea a Milano?
«Le moschee, come le chiese, sono edifici di culto che le comunità religiose interessate hanno diritto di realizzare e utilizzare nel rispetto, ovviamente, delle normative urbanistiche. L'ente pubblico ha solo il dovere di garantire a tutti, in condizioni di uguaglianza, il diritto fondamentale alla libertà di culto, sancito dalla Costituzione».
Perché Milano non è più la città faro dell'Italia?
«I pregi tradizionali di Milano - la presenza di una forte cultura del lavoro e dell'imprenditoria responsabile, dell'integrazione e della solidarietà sociale - si sono disperse lasciando spazio alla "Milano da bere", alla Milano della finanza drogata (in senso letterale e metaforico), delle disuguaglianze che crescono, della cultura dell'immagine e dell'effimero».
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FpsMedia )