Il candidato sindaco non è solo un nome. Su questo, ad oggi, nel centro sinistra sembrano essere d'accorodo tutti. Lo ribadiscono anche dopo la notizia del giorno, ovvero la disponibilità dell'architetto Stefano Boeri a candidarsi alle elezioni amministrative a Milano nella primavera del 2011. Boeri, non iscritto a partiti, sarebbe il candidato di riferimento del Partito Democratico, ma con l'obiettivo di creare un’alleanza molto ampia che parta da un progetto civico. In caso di primarie, non ancora confermate, dovrebbe vedersela con Giuliano Pisapia e Roberto Caputo.
Tre nomi quindi, senza contare quelli che nei mesi scorsi erano già girati, fra cui quello di Tito Boeri, il fratello, e di Livia Pomodoro. «Quella di Boeri è una buona notizia per la città - commenta il consigliere regionale del Pd Fabio Pizzul -. Per lui un atto di coraggio non da poco e Milano ha bisogno di persone che si mettano in gioco rischiando in prima persona». Ma non è solo sull'identità del candidato che Pizzul pone l'attenzione. «Ora - conitnua - si tratta di lavorare a un progetto credibile su cui il Pd e le forze civiche che hanno convinto Boeri a darsi disponibile possano convergere e lavorare assieme. Milano non ha bisogno del salvatore della patria, ha bisogno di proposte concrete e di idee per uscire dall’apatia e dallo stallo che hanno caratterizzato i suoi ultimi anni». E rilancia sulle primarie. «Le primarie per la scelta del candidato della coalizione di centro sinistra non possono allora limitarsi ad essere una competizione tra “faccioni”, devono diventare l’occasione per mettere a confronto idee e progetti che il vincitore potrà poi assumere in una sintesi arricchita dalla sana competizione. Bando allora alle appartenenze e via alla gara sulle idee».
Nel dibattito interviene anche un altro consigliere regionale, Giulio Cavalli dell'Italia dei Valori in veste anche di coordinatore cittadino del suo partito. «Alle infatuazioni passeggere e ai facili entusiasmi preferiamo cose più concrete - dichiara Cavalli -. Siamo in attesa di confrontarci con le altre forze politiche sui nomi ma, soprattutto, sui programmi e sulle squadre di governo della città. Non servono aspiranti sindaci che ci elenchino problemi che i milanesi conoscono fin troppo bene. Quello di cui i cittadini hanno bisogno sono progetti concreti e visioni di futuro. Noi come Italia dei Valori e laboratori della società civile siamo già al lavoro per decidere le nostre priorità». Una posizione critica quindi, che mette in discussione anche il tema delle alleanze. «Ancora una volta – aggiunge il consigliere regionale di IdV – l’UdC è il microscopico partito più corteggiato della politica. Piuttosto che al 2% dell’UdC, noi preferiamo voltare lo sguardo verso il 40 per cento degli elettori che sono, da tempo, in attesa di affidarsi a un soggetto politico credibile».