C’è la tazza natalizia per il latte con tanto di renne e pupazzi di neve, regalo di una
ex cognata alla malcapitata intollerante ai latticini.
La collana esageratamente pacchiana donata da una ex amica ad una amante del minimalismo o
il completino intimo sexy ingombrante lascito di un ex spasimante.
Ex in the city è la fiera dei rapporti passati, che ha animato la zona di via Tortona a Milano il 12 e 13 febbraio.
“Ex in the city è
un mercatino dell’usato sentimentale – spiga Adriano Giannini, architetto e presidente di Unconventionall Gens, l’associazione che ha ideato il format – che seguendo un principio buddista cerca di trasformare il veleno in medicina”. E in questo caso il veleno è costituito da tutti quegli oggetti rimasti incastrati nelle nostre vite, la cui sola presenza fisica basta ad ancorare dei momenti poco piacevoli.
La manifestazione, come il film da cui trae ispirazione, è giunta alla sua
seconda edizione: ha raddoppiato il numero di espositori (ora sono una ventina) e ha conquistato una location tutta nuova, più centrale, nel cuore del quartiere dove oramai da anni si svolgono gli eventi del Fuori Salone e le sfilate più underground della Settimana della moda.
E la decisione di tenerla il week end prima di San Valentino è una precisa scelta strategica “Capitalizzare i brutti ricordi – continua Giannini – chiudere con il passato e farlo in un ambiento allegro che ti dà la possibilità di conoscere persone nuove e raccontare la tua storia ci è sembrata l’idea vincente”.
Una fiera terapeutica, quindi, ma che ha anche la qualità positiva di riempire le tasche svuotando gli armadi e liberare spazio fisico per l’inizio di una nuova vita.
E allora via il ratto di peluche, le infradito di Betty Boop di due taglie più grandi rispetto al piedino da fata della legittima destinataria, borse, collane, cappelli, libri con dediche di amanti perduti, maialini rosa a molla e tantissimi altri oggetti che quando si è innamorati fanno tenerezza, ma una volta sparito il sentimento e tolti i paraocchi di Cupido si palesano nella loro vera essenza di soprammobili kitsch.
E allora perché vendere invece di purificare tutto tra le fiamme di Efesto? La risposta sta proprio nelle storie che ogni singolo regalo porta con sé. Il valore aggiunto è l’aneddoto, il racconto legato a ciascuna mercanzia. Perché quell’orologio con gli strass non è un semplice misuratore del tempo un po’ troppo vistoso, ma il regalo di un marito che per quanto si impegnasse non riusciva proprio ad azzeccare i gusti o le misure della consorte. Così tra i vari stand c’è pure un cantautore di serenate “scritte per muse sbagliate”che invece di accartocciare musica e parole ha deciso di metterle al servizio di altre storie d’amore.
(
FpsMedia )