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Milano

Boeri: "Torneremo ad essere città della gioia, a misura di pedoni e ciclisti»

stefano boeriStefano Boeri è nato a Milano nel 1956 e in questi anni è diventato uno degli architetti più famosi di Italia. Professore e urbanista, direttore della rivista Abitare dal 2007, Boeri ha anche partecipato alla Consulta Architettonica internazionale del Masterplan Expo Milano 2015. Si candida alle Primarie del centrosinistra per la corsa a sindaco di  Milano per il Centrosinistra, che si terranno il 14 novembre.

Se il nuovo strumento urbanistico di Milano, il Piano del governo del territorio, sarà approvato prima delle elezioni, conta di modificarlo una volta eletto? E quali sono i punti che necessitano di un intervento?
«Senz’altro. Voglio dire chiaramente che il Pgt è da rifare. Milano è una città vuota, dove ci sono 8omila appartamenti vuoti e 900mila metri quadri di uffici sfitti e invenduti: non abbiamo bisogno di altre scatole vuote di cemento. L’assenza di un censimento effettivo e aggiornato sullo sfitto e l’invenduto a Milano è così grave da inficiare la struttura stessa del piano urbanistico. Inoltre il Pgt fa delle previsioni demografiche ma non indica in alcun modo uno scenario socio-economico per la Milano del futuro. Anche lo strumento della perequazione, in assenza di uno scenario forte e lucido per lo sviluppo della città, diventa oggettivamente un’arma impropria».

C'è davvero un problema sicurezza a Milano? Come conta di occuparsene, soprattutto nelle aree periferiche o ad alta concentrazione di immigrati, tipo via Padova?
«Sulla sicurezza la giunta Moratti-De Corato ha fallito miseramente, basandosi sui proclami della “tolleranza zero” che non hanno reso i cittadini sicuri, tagliando l’organico della polizia e dei vigili urbani. Dobbiamo puntare sulla prevenzione sociale: più luce e più vita nei quartieri, in tutte le zone della città, e spazi di discussione tra i cittadini e le forze dell’ordine. Poi dobbiamo dire che la mafia esiste a Milano, e contrastarla con tutti i nostri mezzi. E, non ultimo, occorre riportare la gioia a Milano con una campagna contro la diffusione di cocaina».

Smog e traffico: come limitare l'afflusso di auto in città? Come incentivare e potenziare l'uso dei mezzi pubblici?
stefano boeri
«È necessario trasformare Ecopass in una vera congestion charge e utilizzare gli introiti per rafforzare i trasporti pubblici verso le aree più esterne al centro. Dobbiamo rinnovare il parco mezzi, migliorandone numero, qualità e impatto ambientale ampliando le frequenze. Dobbiamo creare un sistema per la mobilità fondato sul rispetto delle regole (basta con la doppia e tripla fila!) e su incentivi per le pratiche virtuose, come per esempio il trasporto in condivisione (bike e car sharing). Allo stesso tempo, trasformeremo Milano in una città sicura per i pedoni e i ciclisti, con centinaia di stalli per le bici e una rete di percorsi ciclabili diffusi e coerenti. Rafforzeremo gli interscambi, creando disincentivi e convenienze, per convincere gli automobilisti a lasciare l’auto nei parcheggi esterni e a muoversi in città con i trasporti pubblici, le biciclette, a piedi».

Tema immigrazione: siete favorevoli alla moschea a Milano?
«A settembre ho proposto un centro della cultura islamica che comprenda, oltre a un luogo di preghiera, anche spazi di incontro, aggregazione e ricerca. La dimensione della sacralità è fondamentale in una città moderna e aperta come deve tornare a essere Milano: non si può soffocare la sacralità, che va in luoghi adeguati, pubblici, trasparenti e vissuti dalla gente in modo aperto. L’idea di un centro della cultura islamica, peraltro, ha precedenti straordinari in Europa, come l’Institut du monde arabe di Parigi o l’Islamic Center di Londra. È questo che dobbiamo costruire per riconoscere la nostra natura di città-mondo: spazi dedicati alla preghiera e spazi di conoscenza della cultura e della lingua, frequentati da tutti i cittadini, non soltanto da quelli di fede islamica. Lo dobbiamo anche a tutti quelli che vengono a Milano per lavoro, e che si lamentano perché non trovano luoghi dignitosi di preghiera».

Perché Milano non è più la città faro dell'Italia?
«Perché manca una politica in grado di mettere in rete le sue energie, le sue eccellenze, le sue associazioni. Manca quella buona politica che può incarnare la visione di ciò che Milano può essere: una piccola metropoli dell’innovazione. Ho deciso di candidarmi proprio per portare questa visione al centro della politica. Cambiamo città. Restiamo a Milano».
( FpsMedia )
Fonte: Redazione
Lunedì 8/11/2010
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